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Le due Chiese nel Vangelo di Pasqua

di Giovanni Vannucci   Leggiamo attentamente la pagina del Vangelo di questa domenica della Risurrezione (Gv 20, 1-9).

In verità, ti dico, oggi tu sarai con me in paradiso

Tu sei in agonia, e tuttavia nel tuo cuore traboccante di dolore c'è ancora posto per la sofferenza altrui. Stai per morire, e ti preoccupi di un criminale il quale, pure nei tormenti, deve riconoscere che il suo martirio infernale non è una pena immeritata nei confronti della sua vita malvagia. Vedi tua Madre, e ti rivolgi anzitutto al figlio prodigo. L'abbandono di Dio ti stringe la gola, e tu parli di Paradiso.

L’Eucarestia in san Giustino martire

A nessun altro è lecito partecipare all’Eucaristia, se non a colui che crede essere vere le cose che insegniamo, e che sia stato purificato da quel lavacro istituito per la remissione dei peccati e la rigenerazione, e poi viva così come Cristo ha insegnato. Noi infatti crediamo che Gesù Cristo, nostro Salvatore, si è fatto uomo per l’intervento del Verbo di Dio. Si è fatto uomo di carne e sangue per la nostra salvezza. Così crediamo pure che quel cibo sul quale sono state rese grazie con le stesse parole pronunciate da lui, quel cibo che, trasformato, alimenta i nostri corpi e il nostro sangue, è la carne e il sangue di Gesù fatto uomo. 

Magdi se ne va

di Mirella Camera in “a latere...” (http://alatere.myblog.it) del 25 marzo 2013   Magdi Cristiano Allam ha deciso di lasciare la Chiesa cattolica . Sbattendo pure la porta e rinfacciando alla Chiesa “debolezza” nei confronti dlel’Islam, che per lui, musulmano convertito e per questo col dente particolarmente avvelenato nei confronti degli ex fratelli, è un peccato mortale. Ma non solo. A Magdi, della Chiesa cattolica, ripugnano anche altre cose: il relativismo che, a dispetto di BenedettoXVI, non solo la abita ma addirittura la costituisce; il globalismo , che pretende addirittura la fratellanza di tutti gli uomini (scandalo!), il buonismo che mette allo stesso livello del proprio bene anche quello del prossimo (doppio scandalo!) e che la spinge ad accogliere gli immigrati invece di tutelare il bene “nazionale” (triplo scandalo!).

L'obbedienza non è sempre una virtù

L’opinione pubblica attribuisce ai cattolici di destra lo strano privilegio d’apparire quelli che viaggiano sul sicuro, saldamente agganciati alla roccia della Chiesa. Voi invece quelli della zona pericolosa sull’orlo del precipizio. Le cose non sono così semplici. La via che conduce alla Verità è stretta e ha da ambo i lati precipizi. Esistono eresie di sinistra ed eresie di destra. Il fatto che qualche importante cardinale penda verso le eresie di destra non dà a esse patente di ortodossia. Siamo nella Chiesa apposta per sentirci serrare dalle sue rotaie che ci impediscano di deviare tanto in fuori che in dentro. Queste rotaie non sono costituite dalle interviste del cardinale Ruffini sul giornale della Fiat. Sono invece nel Catechismo diocesano e per portarsele in casa bastano 75 lire. Dopo di che sai preciso cosa puoi dire e cosa no. Tutto quel che non è proibito è permesso e credimi che non è poco.

L'Eucaristia come memoria sovversiva

La Chiesa deve comprendersi e dimostrarsi co­me la testimone pubblica e la trasmettitrice di una memoria sovversiva di libertà in mezzo ai "sistemi" della nostra società protesa verso l'emancipazione. Questa tesi si fonda sulla memo­ria come forma fondamentale di espressione del­la fede cristiana e sulla portata centrale e peculia­re che in essa detiene la libertà. Nella fede noi cristiani attuiamo la memoria passionis, mortis et resurrectionis Jesu Christi; credendo che ci ricor­diamo del testamento del suo amore, nel quale il Regno di Dio appare in mezzo agli uomini pro­prio per il fatto che i potenti hanno incominciato ad essere abbattuti, che Gesù ha aderito al parti­to di coloro che non si mettono in vista, sono ra­diati ed oppressi proclamando così questo Regno di Dio che viene come potenza liberatrice di un amore assoluto. Questa memoria Jesu Christi non è un ricordo che dispensi illusoriamente dal­le audacie del futuro. Non è come una specie di controfigur

Nella costituzione di Giovanni Paolo II la possibilità delle dimissioni Il ministero petrino come garante dell’unità della fede

di Luigi Mariano Guzzo Le dimissioni di Papa Benedetto XVI dall’esercizio del ministero petrino per alcuni sono apparse in linea di discontinuità con la scelta di Giovanni Paolo II a rimanere sul soglio pontificio fino allo stremo delle energie fisiche. D’altronde, si è detto pure, ogni Papa è diverso da suoi predecessori, così come anche ogni esercizio di santità è intessuto di vissuto, di esperienza, di consapevolezza che lo rende altamente personale. Da un lato lo slancio eroico, tipica della spiritualità slava, di Wojtyla; dall’altro la razionalità teologica, propria della mentalità tedesca, di Ratzinger: entrambi, però, insegnano di una Chiesa che trova fondamento nel mistero incarnato della Parola di Dio e che è guidata da forze che travalicano quelle umane.