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Dio della mia vita, incomprensibile! Sii tu la mia vita.

Di Karl Rahner Con te voglio parlare. E di che posso parlare se non di te? C'è cosa che non sia dall'eternità presso di te, che non abbia la patria nel tuo spirito e nel tuo cuore la sua prima sorgente? E perciò tutto quanto io pos;o dire è sempre un parlare di te. E tuttavia in questo parlare, sommesso e timido, tu intendi sempre un parlare di me, sebbene di te solo io vorrei far parola. Perchè, che posso dire di te, se non che sei il mio Dio, Dio della mia origine e del mio tramonto, Dio del mio gaudio e della mia afflizione, Dio della mia vita? Sì, anche nell'adorare in te l'Altissimo che non ha bisogno di me, che sta lontano sopra questa valle dove si snoda il mio cammino, ti chiamo pur sempre Dio della mia vita. E, saresti tu il Dio della mia vita, se non fossi che il Dio della mia vita? E se io adoro te, Padre, Figlio e Spirito, se confesso il mistero tre volte santo della tua vita, celato cosÌ nell'abisso della tua infinità che nessuna traccia ne possiamo r

Sull'agenda Monti

Di Niccolò Bonetti Negli scorsi giorni il Presidente Monti, dopo lunghi tentennamenti, ha sciolto la riserva e si è detto disponibile a guidare le liste e i partiti che alle elezioni si riconosceranno nell'agenda Monti.Questa “salita in campo” del Presidente del Consiglio ha permesso una chiarificazione del quadro politico e sta permettendo una vasta aggregazione di forze di centro e di movimenti della società civile intorno al programma e ai valori che sono stati delineati da Monti sia nella sua “agenda” sia nelle varie conferenze stampa sia più in generale nell'azione politica del governo di quest'ultimo anno.

Tra gemiti e speranza.Introduzione alla teologia ecofemminista

Di Elizabeth Green Sappiamo infatti che finora tutta la creazione geme ed è in travaglio; non solo essa, ma anche noi, che abbiamo le primizie dello Spirito, gemiamo dentro di noi, aspettando l’adozione, la redenzione del nostro corpo. Poiché siamo salvati in speranza (Rm 8,23). Così recita uno stralcio della lettera di Paolo ai Romani che ha ispirato il titolo di questa ricerca. È uno dei pochi testi in cui l’apostolo Paolo utilizza una metafora femminile. La creazione, sofferente è in attesa. Attende la manifestazione dei figli e delle figlie di Dio. Solo insieme a loro la creazione entrerà nella gloriosa libertà scevra di tutto ciò che la deturpa, inquinamento, depredazione. Essa è dunque, in travaglio, una sofferenza che non produrrà una morte bensì una nascita. L’immagine è quella del parto, di un creato che darà alla luce, certamente coadiuvato dallo Spirito divino, una realtà nuova. Il nostro, dunque, è tempo dell’attesa e della tessitura.

Edward Schillebeeckx: un teologo nella agorà della città secolare e plurale

Se ogni grande pensatore – secondo il filosofo Heidegger – è sempre guidato da un unico pensiero, che svolge in molteplici variazioni, si può affermare che il pensiero-guida della ricerca e della riflessione teologica di Edward Schillebeeckx è una problematica di frontiera, e precisamente il rapporto tra esperienza cristiana ed esperienza umana. Teologo belga di lingua fiamminga, docente di teologia prima a Lovanio, in Belgio, e successivamente (dal 1958) alla facoltà di teologia dell’Università cattolica di Nimega, in Olanda, la figura di Schillebeeckx ha incominciato a stagliarsi nel panorama teologico ed ecclesiale nella prima metà degli anni sessanta, in occasione del concilio ecumenico Vaticano II, al quale ha partecipato come consulente teologico dell’allora dinamico episcopato olandese. Una delle tematiche più innovative del concilio, quella che, secondo l’enunciazione corrente, andava sotto il nome di «chiesa e mondo», trovava, nelle conferenze e negli articoli di questo t

Basta negare un articolo di fede per perdere quest'ultima?

L‘eretico che rinnega un articolo di fede non ha l‘abito della fede, né formata né informe. E ciò perché la specie di un abito dipende dalla ragione formale dell‘oggetto, eliminata la quale la specie dell‘abito non può sussistere. Ora, l‘oggetto formale della fede è la prima verità in quanto si rivela nella Sacra Scrittura e nell‘insegnamento della Chiesa. Perciò chi non aderisce come a regola infallibile e divina all‘insegnamento della Chiesa, che scaturisce dalla prima verità rivelata nella Sacra Scrittura, non ha l‘abito della fede, ma ne accetta le verità per motivi diversi dalla fede. Come se uno conosce una conclusione senza il termine medio che la dimostra non ne ha evidentemente la scienza, ma solo un‘opinione. Ora, è chiaro che chi aderisce all‘insegnamento della Chiesa come a una regola infallibile accetta tutto ciò che la Chiesa insegna. Altrimenti, se di quanto la Chiesa insegna accetta o non accetta quello che vuole, non aderisce più all‘insegnamento della Chiesa com

Sterminate gli eretici!

Con il Concilio Laterano III viene affermato  il principio che le leggi dei principi e le punizioni corporali in esse previste potevano servire da deterrente nell'opera di riconversione alla fede cattolica. Cinque anni dopo, nel decreto Ad abolendam, papa Lucio III afferma: ”le precedenti disposizioni [...] aggiungiamo che ciascun arcivescovo o vescovo, da solo o attraverso un arcidiacono o altre persone oneste e idonee, una o due volte l'anno, ispezioni le parrocchie nelle quali si sospetta che abitino eretici; e lì obblighi tre o più persone di buona fama, o, se sia necessario, tutta la comunità a che, dietro giuramento, indichino al vescovo o all'arcidiacono se conoscano lì degli eretici, o qualcuno che celebri riunioni segrete o si isoli dalla vita, dai costumi o dal modo comune dei fedeli” . Il IV concilio Lateranense (1215) ,di cui seguirà uno stralcio, ribadisce con vigore le verità di fede messe in dubbio dalle eresie e proclama che la lotta contro gli eretici

L'individualismo conduce all'odio di sè

1. L'uomo creato a immagine e somiglianza di Dio (Gen. 1,26): egli è "capax Dei" e perciò sta sotto la protezione personale di Dio, è "sacro". "Chi sparge il sangue dell'uomo, dall'uomo il suo sangue sarà sparso, perché ad immagine di Dio Egli ha fatto l'uomo" (Gen. 9,6). 2. Tutti gli uomini sono un unico uomo, perché provenienti da un unico padre Adamo e da un'unica madre, Eva, "la madre di tutti i viventi" (Gen. 3,20). Questa unicità dell'essere umano, che implica l'uguaglianza, gli stessi diritti fondamentali per tutti, viene solennemente ripetuta e ri-inculcata dopo il diluvio. Ambedue gli aspetti, la dignità divina dell'essere umano e l'unicità della sua origine e del suo destino, trovano un sigillo definitivo nella figura del secondo Abramo, Cristo, il figlio di Dio è morto per tutti, per riunire tutti nella salvezza definitiva della filiazione divina. Questo annuncio biblico è la roccaforte del