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Visualizzazione dei post con l'etichetta sessualità

Nipoti di Maritain n. 09 è gratuitamente online!

Grazie all'impaginazione offerta gratuitamente da Effatà Editrice , Laura Repetto, finalmente è disponibile online l'intero nuovo numero di Nipoti di Maritain n. 09! Gli autori si sono confrontati sui temi del celibato e della castità , del simbolico nel post-secolare e della sacramentalità . Contiene un'intervista esclusiva a Giuseppe Lorizio , ordinario di Teologia fondamentale presso la Pontificia Università Lateranense. L'editoriale questa volta è firmato da Rosario Sciarrotta . Articoli di: Lorenzo Banducci, Andrea Bosio, Samuele Del Carlo, don Michele Di Gioia, Rocco Gumina, Michele Lanza, Michele Lasala, Mattia Lusetti, don Omar Orrù, Giovanni Francesco Piccinno, Alessio Santiago Policarpo, Christian Alberto Polli, don Luigi Previtero, don Giacomo Tarullo, Omar Vitali, diretti da Piotr Zygulski. ➡️  https://issuu.com/nipotidimaritain/docs/nipoti_09

Spunti per un dialogo con la teologia queer

Questo articolo nasce per rispondere ad uno stimolo proveniente dalla redazione di Nipoti di Maritain . Allorché ho letto che si cercavano contributi p er il numero successivo della rivista, dedicata alle teologie queer , dovetti confessare a me stesso di non conoscere affatto questo filone della teologia contemporanea. Queer per me era solo un aggettivo sentito per la prima volta ai corsi di filosofia morale della mia università dove ero stato introdotto alla filosofia di Judith Butler in chiave critica da un docente di formazione tomista, il mio maestro Carmelo Vigna. Questa filosofa era nota ai più come colei che voleva liquefare i generi sessuali nella specie umana, l’idea dunque di poter applicare l’aggettivo queer a Dio mi pareva inusuale e non del tutto perspicua. In che senso Dio poteva essere queer , ossia non un ente senza sesso come insegna la metafisica tomista, bensì di genere fluido? Decisi di colmare le mie lacune leggendo quello che, dopo alcune recensioni trov

La sessualità come apertura alla trascendenza: spiritualità, erotismo e etica cristiana

di Niccolò Bonetti Lo scorso 8 Gennaio si è tenuta presso l'aula studio FUCI un incontro dal titolo “La sessualità come apertura alla trascendenza: spiritualità, erotismo e etica cristiana” tenuto dal fucino Niccolò Bonetti.

Sessualità e santità

di Michele Ginesio (da www.dimensionesperanza.it) Frugando nello scri­gno della Qabbalah, la mistica ebraica che ha avuto un'ef­fervescente fioritura nel Medioevo, si trova un gioiello prezioso: la Let­tera sulla santità. Si tratta d'una breve composizione letteraria, scritta in forma di lettera, sul tema dell'at­to sessuale coniugale. Nella Qabbalah non è pre­sente la visione negativa della sessualità, che aveva messo solide radici nel ra­zionalismo ebraico, ed era anche presente nell'am­biente cristiano medio­evale. In essa ricompare lo sguardo generalmente positivo proprio della vi­sione biblica, dove la di­mensione erotico-sessuale è profondamente ancorata alla dottrina della creazione compiuta da Dio, nella quale tutto è «buono». In quest'ottica l'unione fisi­ca sponsale riacquista la dignità e la purezza origi­naria.

Sessualità come esperienza della presenza di Dio

Il piacere sessuale nella sua verità, è l'unico fra i piaceri di cui l'uomo può godere, che perché possa essere impone all'uomo di uscire da sé, spezzando ogni egoismo. Soltanto l'uomo fa l'amore, gli altri animali si accoppiano: la diversità del termine dice che non c'è godimento pieno e vero se tutto il proprio essere non è donato, dato, travasato nell'altro, in un godimento che è anzitutto comunicazione di persone.Quando un uomo e una donna si uniscono nell'amore,il corpo diventa strumento, diventa espressione, diventa linguaggio di due persone che si comunicano la profondità del proprio essere: man mano che il rapporto si svolge, si amplia, raggiunge il suo culmine, è tutto l'essere che parla,che dice chi è,entrando in una comunicazione totale in cui tacciono le parole per dare spazio alla trasparenza più completa; l'orgasmo è un grido muto di svuotamento totale: «ecco, ti ho detto tutto» .

Dall'amore romantico all'amore umano

La verità è questa, secondo me: anzitutto l’amore come desiderio o passione, e l’amore romantico — o quanto meno un elemento di esso — dovrebbero, per quanto possibile, essere presenti nel matrimonio come un primo incentivo, come punto d’avvio.… In secondo luogo, il matrimonio, lungi dall’avere come suo scopo precipuo quello di portare al compimento perfetto l’amore romantico, ha da compiere nei cuori umani ben altra opera: un’infinitamente più profonda e più misteriosa operazione di alchimia: voglio dire che ha da trasformare l’amore romantico, o quanto di esso esisteva all’inizio, in un vero e proprio amore umano, reale ed indistruttibile, in un amore veramente disinteressato, che non esclude il sesso, si capisce, ma che diviene sempre più indipendente dal sesso, e può persino essere, nelle sue forme più elevate, completamente libero dal desiderio e dall'interferenza sessuale, in quanto di natura essenzialmente spirituale: una completa ed irrevocabile donazione dell’

Quale sessualità nel fidanzamento?

So che la parola "fidanzamento" non è attuale. Non si usa più dire il mio fidanzato o la mia fidanzata, ma il mio ragazzo o la mia ragazza. Questo spostamento del nome include certamente anche un certo spostamento nel concepire e nel vivere il periodo che precede il matrimonio. Però mi pare di poter affermare che, pur con delle variazioni più o meno consistenti, esiste anche oggi nei giovani, dopo una prima stagione di rapporti amicali e anche allargati, la voglia e il desiderio di un rapporto intenso di esperienza d'amore a due, la quale pur essendo aperta a tutto, e quindi anche alla sua dissoluzione, tenda ad esprimersi nell'intimità, nella fedeltà, nella crescita dei due attraverso il dialogo amoroso che li interroghi e li stimoli. Quale posto può occupare il corpo in questo cammino di intimità e di crescita? E' una realtà da estraniare in maniera totale e radicale perché inquinante il rapporto affettivo o pericolosa perché non facilmente dominabile?

Sulla disforia di genere

Di Niccolò Bonetti Il disturbo dell'identità di genere (DIG) è la diagnosi utilizzata da psicologi e medici per descrivere le persone che soffrono di una disforia di genere: in altri termini coloro che presentano una forte e persistente identificazione nel sesso opposto a quello biologico cioè a quello assegnato anagraficamente alla nascita soffrono di questo disturbo. Prima analizzare meglio le caratteristiche di questo disturbo, è bene spiegare che cosa si intendere per gender e sex. Tradizionalmente le persone vengono divisi in uomini e donne sulla base delle loro differenze biologiche e anatomiche. Nel sentire comune, infatti, il sesso e il genere costituiscono un tutt'uno. Gli studi di genere propongono invece una suddivisione tra questi due aspetti dell'identità: 1)sesso(sex) è basato sul corredo genetico, sull' insieme di caratteri biologici, fisici e anatomici che producono un binarismo maschio / femmina. Il sesso è assegnato a seconda del corredo

Sulla sterilizzazione

di Niccolò Bonetti Il 13 Marzo 1975 la Congregazione per la dottrina della Fede diffuse alcune Risposte circa la sterilizzazione negli ospedali cattolici. Per la Congregazione per sterilizzazione diretta si intende “ogni sterilizzazione che per se stessa, cioè per sua propria natura e condizione, ha per unico effetto immediato di rendere la facoltà generativa incapace di procreare”.

Sulla morale sessuale nella Chiesa Cattolica

Sono spinto ad affrontare questo tema, in forma estremamente sintetica, da un bell’articolo di K. Hilpert apparso su Herder Korrespondenz (1) sulla sessualità vissuta responsabilmente. Ho affrontato il tema diverse volte e in diverse sedi . Oggi, nel 40° dell’enciclica Humanae Vitae, il dibattito e la rigidità di talune posizioni magisteriali stanno riapparendo su innumerevoli riviste. Ma è ormai tempo per una più profonda e seria riflessione: una riflessione che prenda atto delle origini e delle ragioni della dottrina morale recepita, ponendole a confronto con le trasformazioni profonde dell’esperienza umana in materia, tutte avvenute tra il XIX e il XX secolo e tuttora in crisi di crescenza. È ormai tempo che la teologia morale offra un cammino sistematico profondamente innovativo, alla luce del Vangelo e di questa relativamente recente esperienza umana.

Il concilio nelle vostre mani(Parte seconda)

Il Vaticano Secondo come nuova ermeneutica della fede e dei precedenti Concili Perciò bisogna stare attenti ora a non sfidare il Vaticano II, perché contrastare il Vaticano II vuol dire mettersi contro tutta la Tradizione. È molto significativo che alla vigilia dell’apertura dei lavori, fosse portata a termine dalla cosiddetta “officina bolognese” di Giuseppe Alberigo e Giuseppe Dossetti e presentata a Giovanni XXIII la raccolta di tutti i decreti conciliari, i “Conciliorum ecumenicorum decreta”, simbolo del fatto che non si trattava di aggiornare un catechismo, ma di rimettere in luce e decodificare per l’uomo di oggi l’intero patrimonio di fede elaborato e tramandato dai Concili, in unità col magistero romano.

Fra la vita e la morte

  . di Niccolò Bonetti Rileggendo i miei ultimi due articoli mi sono rento conto di essere stato troppo schematico e ideologico. Volevo quindi sfumare,precisare,approfondire un po' alcune valutazioni. Si può parlare di vita umana da tutelare fin dal concepimento ma ritengo forzato parlare di persona umana se l'encefalo non si è formato E' l'anima intellettiva ,che è la cifra costitutiva della persona umana,non il DNA o altre caratteristiche e non si può parlare di anima intellettiva senza un encefalo. "Ammettere che il feto umano, dall’istante della sua concezione, riceva l’anima intellettiva quando la materia non è ancora in nulla disposta a questo riguardo, è ai miei occhi un’assurdità filosofica. È tanto assurdo quanto chiamare bebè un ovulo fecondato. Significa misconoscere completamente il movimento evolutivo, che viene in realtà considerato un semplice movimento di aumento o di crescita(Maritain,1967)."

La macchina sociale necessita d'un poco di immoralità come lubrificante. (Nicolás Gómez Dávila)

Di Niccolò Bonetti "Nei sogni, e nel comportamento quotidiano - cosa comune a tutti gli uomini - io vivo la mia vita prenatale, la mia felice immersione nelle acque materne: so che là io ero esistente." (Pasolini ,1974) Mai un tema è stato segnato da maggior ipocrisia e in nessun ambito emerge con maggior forza il grave offuscamento nei riguardi dei valori morali fondamentali quanto sul tema dell'aborto. Com'è noto,nella quasi totalità dei paesi occidentali,in nome del diritto assoluto e incondizionato della donna di disporre del proprio corpo,si è giunti a permettere l'infanticidio nei primi tre mesi di vita. Un'intera categoria di persone umane è stata privata di protezione giuridica e abbandonata all'arbitrio assoluto di altri individui che possono liberamente eliminarli se i primi non sono “graditi”e compatibili con le aspirazioni o i desideri soggettivi della società consumistica e con le sue false libertà e illusorie libertà. Com

Per una pastorale inclusiva delle persone omosessuali nelle comunità cristiane

di Emanuele Macca In questi anni la ricerca di una pastorale specifica per le persone omosessuali sta prendendo un risalto sempre maggiore almeno nelle principali diocesi italiane per merito di alcuni gruppi di omosessuali cristiani sia con taglio ecumenico che prettamente cattolici. Trattandosi ancor oggi di un tema spesso tabù nelle comunità parrocchiali questi gruppi son dovuti nascere spontaneamente o, talvolta, con l’appoggio più o meno visibile di alcuni sacerdoti abituati ad intervenire in situazioni di emarginazione e disagio sociale; non a caso colui che ha dato origine in Italia al movimento degli omosessuali credenti, Ferruccio Castellano, prima del suo drammatico suicidio, ha trovato in Don Luigi Ciotti una persona accogliente che ha aperto le porte del Gruppo Abele agli aderenti al gruppo di Torino “Davide e Gionata”. (1)

Al centro della vita e della storia

di Niccolò Bonetti   Secondo una certa vulgata il cristianesimo predicherebbe il disprezzo del mondo e la fuga da esso. Basti pensare al superuomo di Nietzsche: “ Vi scongiuro, fratelli, rimanete fedeli alla terra e non credete a quelli che vi parlano di speranze ultraterrene! Essi sono degli avvelenatori, che lo sappiano o no. Sono spregiatori della vita, moribondi ed essi stessi avvelenati, dei quali la terra è stanca: se ne vadano pure!Una volta il sacrilegio contro Dio era il sacrilegio più grande, ma Dio è morto, e sono morti con Dio anche quei sacrileghi. Commettere sacrilegio contro la terra è ora la cosa più spaventosa, e fare delle viscere dell'imperscrutabile maggior conto che del senso della terra! Un tempo l'anima guardava al corpo con disprezzo: e allora questo disprezzo era la cosa più alta: essa lo voleva macilento, orribile, affamato. Così pensava di sfuggire ad esso e alla terra.“ E' innegabile che molte forme di spiritualità cristiana abb