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Visualizzazione dei post con l'etichetta conversioni

Ma i papisti si salveranno?

di Niccolò Bonetti "Serpenti, razza di vipere, come potrete scampare dalla condanna della Geenna? " Matteo 23,33 Molti cattolici aderiscono con fede non solo ai dogmi ma a qualunque parola che fuoriesca dalla bocca del papa. Il loro è un totalmente affidamento alla gerarchia senza dubbi o perplessità. Sono totalmente eteronomi. Il catechismo della Chiesa cattolica viene elevato a definitiva verità cattolica e ogni minima deviazione dal suo dettato viene ritenuta eresia.

Il cristiano non può convertire l'uomo contemporaneo se non è in completa simpatia con le sue aspirazioni.

Da allora un'altra soluzione si presenta allo spirito come più soddisfacente e più  efficace della « condanna ». E sarebbe la seguente: scoprire e dimostrare che, nella   sua essenza, la  Religione della terra  non è altro che uno slancio verso il  ciclo che si ignora, cosicché le energie che sembrano così minacciose alla Chiesa  sono al contrario un afflusso nuovo che può ravvivare il vecchio fondo cristiano.  Non  condannare, ma battezzare e assimilare.  E' chiaro che il Mondo nascente (il solo che   conta) sarebbe virtualmente convertito in un solo colpo, se si riconoscesse che la   nuova divinità che egli adora è precisamente il Dio cristiano più profondamente   compreso. E' possibile questa congiunzione dei due astri divini? Io credo di sì, ed   ecco attraverso quali gradi ho pensato che possa effettuarsi. Per l'esplicazione degli splendori di Cristo-Universale, il Cristianesimo, senza cessare  di essere per la Terra l'acqua che purifica, e l'olio che

La Conversione di Agostino:l'esperienza del "Tolle e legge"

11. 25. Ammalato nello spirito di questa malattia, mi tormentavo fra le accuse che mi rivolgevo da solo, assai più aspre del solito, e i rigiri e le convulsioni entro la mia catena, che ancora non si spezzava del tutto che sottile ormai mi teneva, ma pure mi teneva. Tu, Signore, non mi davi tregua nel mio segreto. Con severa misericordia raddoppiavi le sferzate del timore e del pudore, per impedire un nuovo rilassamento, che, invece di spezzare quel solo esiguo e tenue legame esistente ancora, l'avrebbe rinvigorito da capo, e stretto me più saldamente. Mi dicevo fra me e me: "Su, ora, ora è il momento di agire"; a parole ero ormai incamminato verso la decisione e stavo già quasi per agire, e non agivo. Non ricadevo però al punto di prima: mi fermavo vicinissimo e prendevo lena. Seguiva un altro tentativo uguale al precedente, ancora poco ed ero là, ancora poco e ormai toccavo, stringevo la meta. E non c'ero, non toccavo, non stringevo nulla. Esitavo a morire all