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1° maggio fra pane e lavoro


di Lorenzo Banducci

Potrebbe non essere semplice mettere insieme le due principali ricorrenze che hanno segnato la giornata di ieri, ma c’è una frase di Giorgio La Pira che prende inizio così: “Il pane, e quindi il lavoro, è sacro…”. Il sindaco santo è riuscito ad inserire in un unico solco quanto accaduto ieri. 


Il primo avvenimento è sicuramente legato alla data (1° maggio) ed è quello appunto della festa dei lavoratori. “Primo maggio festa dei lavoratori” così recitavano una serie di bandiere sventolanti alle finestre delle case nei piccoli paesi della Toscana dal cuore più rosso che ieri ho attraversato in macchina per la più classica delle gite fuori porta. Il lavoro, nonostante questa festa, resta uno dei drammi più complessi del nostro tempo e una delle sfide a cui siamo ancora una volta chiamati a rispondere senza ambiguità. Il lavoro ha bisogno di coraggiosi investimenti pubblici e privati, ha bisogno di meno paura e più sicurezza, ha bisogno di inventiva e creatività, di promozione di buone prassi. E’ necessario ridare dignità e valore a tutte le forme lavorative per non rischiare di finire come già 2000 anni fa quando per alcuni Gesù era poco credibile solo perché “figlio del falegname”.

La seconda ricorrenza è quella legata all’apertura all’EXPO 2015 di Milano dove il Mondo intero tenta di dare la sua risposta ai temi della mancanza di cibo e della tutela ambientale. Questioni delicate che interrogano le nostre scelte del quotidiano (spesa sostenibile, alimentazione, lotta agli sprechi, condivisione). Da una parte un Mondo rappresentato dai suoi potenti che prova a ridurre il gap fra ricchezza e povertà e dall’altra qualche facinoroso che prova a rovinare ogni cosa utilizzando l’unico strumento irrazionale che avvicina davvero l’uomo al suo lato più bestiale: la violenza. Chiaro che gli auspici con cui è iniziato EXPO non siano i migliori; già i ritardi, la corruzione e gli scandali avevano fatto il suo. Spetterà all’Italia e ai suoi cittadini ribaltare questo andamento negativo e dimostrare che da Milano può alzarsi una voce di cambiamento utile per tutto il pianeta. 

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