Passa ai contenuti principali

Persona e comunione


Ma la persona umana è aperta anche verso le altre persone umane. Per il solo fatto che io sia una persona e che dica io a me stesso, chiedo di comunicare con l’altro e con gli altri nell’ordine dell’intelligenza e dell’amore. Per la personalità è essenziale tendere verso la comunione.
Conviene insistere su questo punto che viene spesso trascurato, e cioè che la persona stessa chiede, in funzione della sua dignità come dei suoi bisogni, di essere membro di una società. Le società animali sono chiamate società o città solo in senso improprio. La società propriamente detta, la società umana, è una società di persone; se una città è degna del suo nome, si tratta di una città di persone umane.

Ma perché la persona chiede da sé di vivere in società? Lo chiede innanzitutto per via delle perfezioni stesse che le sono proprie e di quell’apertura verso le comunicazioni della conoscenza e dell’amore di cui abbiamo parlato ora e che esigono di entrare in relazione con altre persone. Il tipo assolutamente sovraeminente e trascendente della persona e dellasocietà lo troviamo proprio in Dio, nella società delle tre persone divine.
Inoltre la persona umana chiede la vita in società per i propri bisogni, per pervenire e alla piena vita e alla propria compiutezza; società temporale (società famigliare e società civile) se si tratta della vita terrena, società soprannaturale se si tratta della vita eterna. La società appare allora come dispensatrice per la persona delle condizioni di esistenza e di sviluppo di cui ha precisamente bisogno. Da sola la persona non può raggiungere la propria pienezza.
Non si tratta soltanto dei bisogni materiali, bisogno di pane, di vestito, di riparo, per i quali l’uomo deve ricevere l’aiuto del suo simile, ma si tratta anche e soprattutto dell’aiuto necessario per fare opera di ragione e di virtú, cosa che risponde al carattere specifico dell’essere umano; per raggiungere un certo grado di elevazione nella conoscenza come pure di perfezione della vita morale, l’uomo ha bisogno di una educazione e dell’aiuto dei suoi simili, in questo senso bisogna dare un grandissimo rigore alla parola di Aristotele: che l’uomo è per natura un animale politico; animale politico perché è un animale ragionevole, perché la ragione chiede di svilupparsi grazie all’educazione, all’insegnamento e al concorso degli altri uomini, e perché la società è cosí impegnata alla realizzazione della dignità umana.

J. Maritain, La personne humaine en général

Commenti

Post popolari in questo blog

Curzio Nitoglia, un cattivo maestro

di Andrea Virga Questo articolo, come quello su Don Gallo 1 , non avrebbe reale ragione d’essere. Anche qui, le gravi affermazioni dottrinali del sacerdote in questione non meriterebbero più d’uno sberleffo, vista la loro palese incompatibilità con la retta dottrina. E tuttavia, anche qui è il caso di un prete consacrato – e stavolta tuttora vivente – che attira proseliti, specie fra i giovani, grazie alle sue opinioni estremiste ed ereticali, con il risultato di diffondere in lungo e in largo i suoi errori. Per questo, ritengo che sia il caso di dedicare una mezz’oretta a mettere in guardia i meno provveduti, che magari preferiscono internet ad un buon padre spirituale, rispetto a questo personaggio: Don Curzio Nitoglia. Il paragone con Don Gallo, però, non riesca troppo offensivo al defunto sacerdote genovese, che aveva almeno il merito di essere molto attivo in ambito sociale e di non aver mai lasciato la Chiesa (cosa non troppo difficile, visto il permissivismo dei suoi super

Il noviziato Agesci: tempo e idea tra scoutismo e Chiesa

C’è un momento strano nel cammino scout Agesci ed è quello del noviziato: sì, il nome riprende proprio il linguaggio monastico; sì, l’ispirazione è proprio quella; sì, è un periodo di introduzione e studio.  Si tratta del primo momento nella branca rover e scolte, i più grandi nel nostro scoutismo: dura un anno. Di noviziato in Agesci si parla  –  e si sparla  –  in continuazione, non c’è un tema altrettanto trattato e maltrattato, anche nella prassi.È speciale e irrinunciabile e può essere una fonte di riflessione importante anche al di fuori dell’associazione. Cercherò ora di dare a questa riflessione un taglio ecclesiale, per plasmare un avvio di confronto su temi scoutisticamente ed ecclesialmente poco trattati. Il noviziato è un tempo e come tutti i tempi è prezioso. Lo è il nostro, figuriamoci quello dei ragazzi. Con un po’ di ironia, potremmo dire che l’importanza del tempo l’ha capita anche il Papa: in Evangelii Gaudium Francesco scrive che «il tempo è superiore allo

Lettera a frate Raimondo da Capua: l'esecuzione di un condannato a morte

È una lettera al frate che fu direttore spirituale di Caterina e che poi divenne suo seguace. Vi si racconta in modo appassionato e sconvolgente l’assistenza a un condannato a morte, Nicolò di Toldo,giustiziato a Siena per aver partecipato a un movimento di rivolta nel 1375 circa. Il condannato, travolto dall’entusiasmo mistico di Caterina, finisce con l’accettare con letizia la morte come momento di congiunzione – anzi, di nozze – con la divinità. Il consueto motivo devoto del sangue di Cristo si fonde qui con quello del sangue della decapitazione. Il sangue del giustiziato alla fine si riversa sul corpo della santa: nella fusione del sangue di Nicolò con quello di Caterina e con quello di Gesù si realizza l’unità mistica dell’uomo con Dio. Al nome di Gesù Cristo crucifisso e di Maria dolce. A voi, dilettissimo e carissimo padre e figliulo mio caro in Cristo Gesù. Io Caterina, serva e schiava de' servi di Dio, scrivo a voi e racomandomivi nel pretioso sangue del Figliuolo di