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Impantanati nella seconda repubblica


di Lorenzo Banducci

 
Bisogna guardare con grande interesse al movimento nato nei giorni scorsi dalla “fusione” (quanto meno di intenti) fra l'associazione di Montezemolo (Italia Futura) e i leader di alcune fra le più importanti associazioni cattoliche del mondo del lavoro (Acli e Cisl su tutte). Con interesse, perché si tratta di un movimento nato con intenzioni indubbiamente positive (rilanciare il paese sia dal punto di vista economico sia da quello dell’immagine internazionale), ma anche in modo critico nei confronti di questa novità politica (elenco  alcune di esse condividendo quanto affermato da Franco Monaco ieri su “L’Unità”):
1-    Un rapporto francamente un po’ strumentale con il premier Monti, nella scia del quale si fa conto di capitalizzare un consenso altrimenti esile.
2-    La autorappresentazione come nuove di personalità che nuove onestamente non sono avendo avuto postazioni di rilievo nell’establishment economico, sociale e culturale italiano e che dunque portano responsabilità attive o omissive nei vent’anni alle nostre spalle (la vituperata seconda Repubblica)
3-    La propensione un po’ qualunquistica a non distinguere tra i governi Berlusconi con il loro corredo di demagogia, illegalità e degrado morale, che ci ha fatto vergognare agli occhi del mondo, e i governi nei quali figuravano Prodi, Ciampi, Napolitano, Amato, Padoa Schioppa
4-    La forzatura nel piegare verso una iniziativa politico elettorale organizzazioni sociali di ispirazione cristiana che, per statuto e tradizione, sono sempre state gelose della loro autonomia e laboratorio di pluralismo politico interno (penso alle Acli e alla Cisl, che evidentemente scontano un deficit di democrazia interna)
5-    L’ambiguità o comunque l’indeterminatezza della piattaforma ideologico-politica dell’incipiente movimento. Non sembra agevole fare convivere la sensibilità sociale e solidaristica del cattolicesimo sociale con la vena schiettamente liberista di Montezemolo e della sua Italia Futura. Esemplifico: penso al rapporto tra Stato e mercato, a quale riforma del welfare, al dogma della riduzione della pressione fiscale da coniugare con istanze audacemente perequative che non disdegnano misure quali la patrimoniale, al rapporto tra flessibilità e garanzie nella riforma del mercato del lavoro. Ma penso anche all’enfasi cattolica sui principi non negoziabili in campo bioetico a fronte di sensibilità liberali inclini a soluzioni libertarie e antiproibizioniste….
In sostanza alcuni di questi nodi sono più o meno gli stessi che si trovano a dibattere molti cattolici impegnati nei vari schieramenti politici. Cosa c’è di diverso in questo nuovo movimento di centro rispetto, ad esempio a un Partito Democratico, dove la componente cattolica è solo una delle anime che si ritrovano all’interno di questa forza politica?
Francamente a questa domanda non riesco a trovare risposta. Avrebbe avuto maggior senso continuare a puntare sulla rinascita di un partito di ispirazione puramente cristiana in grado di aprirsi a tutte le componenti del mondo cattolico coinvolgendole in maniera libera e aperta. Si sono ancora una volta preferite le operazioni verticistiche, magari guidate da ambizioni personali di singole figure rimaste fuori dai salotti importanti della politica nostrana. Insomma si sono fatte scelte, ancora una volta, da seconda repubblica.
 
(Lorenzo Banducci)

Commenti

Nicola Claudio ha detto…
Mi piace l'articolo e condivido le critiche verso quest'ennesima operazione , che secondo me avra' vita breverrima.Pero' quando scrivi:

'Avrebbe avuto maggior senso continuare a puntare sulla rinascita di un partito di ispirazione puramente cristiana in grado di aprirsi a tutte le componenti del mondo cattolico coinvolgendole in maniera libera e aperta.'

Tu pensi che questo sia
A) possibile?
B) auspicabile?

essendo cattolici impegnati sia in politica che nel web, vi rendete conto che le 'sensibilita' cattoliche' divergono in maniera RADICALE.
Per capirci, te lo vedi un partito che mette insieme Alleanza Cattolica, De Mattei e compagni, Militia Christi etc e un Don Gallo , un Don Ciotti, un Don Giorgio De Capitani, ma anche semplicemente la Fuci e i vari cattolici 'progressisti (termine che non mi piace ma rende l'idea?)

Sarebbe possibile?Secondo me sarebbe un casino allucinante! qua l'unica cosa che tiene insieme tutti i cattolici e ' (credo/spero) l'andare a Messa la Domenica ( e per molti neanche la 'stessa' Messa) e i Dogmi.
e sopratutto, e' auspicabile?
Io credo che uno dei piu' grandi vantaggi della seconda repubblica sia Stata la morte del 'Partito dei Cattolici per eccellenza, la DC. quando una confessione cristiana si riconosce e si identifica in partito, e' la fine!

Paradossalmente in questi tempi invero schifosi la frammentazione 'partitica' dei cattolici mi piace; perche' testimonia che Dio non e' proprieta' di nessuno, let alone di nessun partito politico , e che i cattolici sono una famiglia in cui convivono e possono convivere una pluralita' di posizioni anche su temi 'caldi' invece che un esercito di robot alle dipendenze della CEI.

Non credi sia meglio avere cattolici in diversi partiti (oh, ce ne sono pure tra i radicali!) e che nelle loro formazioni portano avanti i valori non negoziabili ( quelli 'veri', non l'omofobia mascherata da difesa della famiglia) invece che un partitone che per forza di cose sara' sempre parziale ma che invece cerca di porsi come 'partito dell'assoluto', con tutte le polemiche le miserie e le porcate annesse e connesse, e con le indebite equazioni Chiesa=Fede=Potere politico che portano molti semplici a rifiutare tutte e tre?
Nipoti di Maritain ha detto…
Francamente penso che non sia più possibile, ma sarebbe stato più logico. Si sarebbe trattata di una novità dal punto di vista politico...

Lorenzo

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