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Sulle questioni più "calde" della società e della Chiesa, la voce coraggiosa e profetica del card. Martini



Adista - 31 agosto 2012
Negli ultimi anni, il cardinale Carlo Maria Martini affrontò i temi spinosi della modernità e della Chiesa in numerosi libri, colloqui ed interviste.
Nel volume scritto insieme al medico e senatore del Pd Ignazio Marino nel volume Credere e conoscere, (Einaudi, 2006), affermò sull'omosessualità: «In alcuni casi la buona fede, le esperienze vissute, le abitudini contratte, l’inconscio e forse anche una certa inclinazione nativa possono spingere a scegliere un tipo di vita con un partner dello stesso sesso». «Non è male che, in luogo di rapporti omosessuali occasionali, due persone abbiano una certa stabilità e quindi in questo senso lo Stato potrebbe anche favorirli». Matrimonio no, insomma, ma riconoscimento di alcuni diritti fondamentali, sì.

Unioni civili - «Non condivido le posizioni di chi, nella Chiesa, se la prende con le unioni civili»: «Se alcune persone, di sesso diverso oppure dello stesso sesso, ambiscono a firmare un patto per dare una certa stabilità alla loro coppia perché vogliamo assolutamente che non lo sia?».
Per Martini, kermesse come il Gay Pride possono essere giustificate «per il solo fatto che in questo particolare momento storico esiste per questo gruppo di persone il bisogno di autoaffermazione, di mostrare a tutti la propria esistenza, anche a costo di apparire eccessivamente provocatori».

In un'intervista-colloquio, pubblicata dall'Espresso il 21 aprile 2006, sempre con Ignazio Marino, Martini definisce il profilattico come "male minore" nella lotta all’Aids.

La fecondazione eterologa è una questione complessa su cui continuare a interrogarsi, senza "ostentare certezze"; l'adozione di embrioni anche da parte di donne single può essere ipotizzata, se questo serve ad evitare la distruzione di embrioni già fecondati e criocongelati, mentre si apre qualche spiraglio all'adozione di bambini da parte di single, quando non vi sia una migliore possibilità.

Il cardinale tocca inoltre i temi dell'eutanasia e dell'aborto. La prima, afferma, "non si può mai approvare", tuttavia Martini non si sente di condannare "le persone che compiono un simile gesto su richiesta di una persona ridotta agli estremi e per puro sentimento di altruismo".

Idem per l'aborto: "Ritengo che vada rispettata ogni persona che, magari dopo molta riflessione e sofferenza, in questi casi estremi segue la sua coscienza, anche se si decide per qualcosa che io non mi sento di approvare" .
Sulla Chiesa: il 18 giugno 2009, in un’intervista su La Repubblica con Eugenio Scalfari, afferma che “La struttura diplomatica è fin troppo ridondante e impegna fin troppo le energie della Chiesa. Non è stato sempre così. Nella storia della Chiesa per molti e molti secoli questa struttura non è neppure esistita e potrebbe in futuro essere fortemente ridotta se non addirittura smantellata. Il compito della Chiesa è di testimoniare la parola di Dio”.

Sul papa e i vescovi: “Il papa – afferma – è innanzitutto il vescovo di Roma. Per noi cattolici è il vicario di Cristo in terra e gli dobbiamo amore, rispetto ed obbedienza, senza però dimenticare che la Chiesa apostolica si regge su due pilastri, il papa e la sua comunione con i vescovi”.
Nel libro Colloqui notturni a Gerusalemme (2009), afferma la necessità di una Riforma della Chiesa: “Ho sognato una Chiesa nella povertà e nell’umiltà, che non dipende dalle potenze di questo mondo. Una Chiesa che concede spazio alla gente che pensa più in là. Una Chiesa che dà coraggio, specialmente a chi si sente piccolo o peccatore. Una Chiesa giovane. Oggi non ho più di questi sogni. Dopo i settantacinque anni ho deciso di pregare per la Chiesa”.

Quanto alla crisi delle vocazioni: “La Chiesa dovrà farsi venire qualche idea”, afferma, come ad esempio “la possibilità di ordinare viri probati (uomini sposati ma di provata fede, ndr)” o di riconsiderare il sacerdozio femminile, sul quale riconosce la lungimiranza delle Chiese protestanti. Ricorda persino di aver incoraggiato questa posizione in un incontro con il primate anglicano George Carey: “Gli dissi di farsi coraggio – spiega Martini – che questa audacia poteva aiutare anche noi a valorizzare di più le donne e a capire come andare avanti”.

Sessualità e contraccezione: critica l’Humanae Vitae di Paolo VI sulla contraccezione, enciclica scritta “in solitudine” dal papa e che proponeva indicazioni poco lungimiranti. “Questa solitudine decisionale a lungo termine non è stata una premessa positiva per trattare i temi della sessualità e della famiglia”. Sarebbe opportuno, afferma, gettare “un nuovo sguardo” sull’argomento. La Bibbia, in definitiva, non condanna a priori né il sesso né l’omosessualità. È la Chiesa, invece, che nella storia ha spesso dimostrato insensibilità nel giudizio della vita delle persone. “Tra i miei conoscenti – ricorda ancora Martini – ci sono coppie omosessuali. Non mi è stato mai domandato né mi sarebbe venuto in mente di condannarli”.

Dialogo interreligioso: Il contatto con le altre religioni, saggiato in prima persona durante il lungo soggiorno a Gerusalemme, ha rappresentato per Martini un punto di non ritorno, una scuola di vita e di fede. “Dio non è cattolico”, “Dio è al di là delle frontiere che vengono erette”. Le istituzioni ecclesiastiche “ci servono nella vita, ma non dobbiamo confonderle con Dio, il cui cuore è sempre più largo”. Incontrare e (perché no) pregare insieme all’amico di altra religione, dice, “non ti allontanerà dal cristianesimo, approfondirà al contrario il tuo essere cristiano”. E invita: “Non aver paura dell’estraneo”. Il grande comandamento invita ad amare l’altro come se stessi. “Ama il tuo prossimo - afferma - perché è come te”. Il “giusto” - e in questo caso Martini prende in prestito la II sura del Corano - è colui che “pieno di amore dona i suoi averi ai parenti, agli orfani, ai poveri e ai pellegrini”.
Nel 2010, in un’intervista al tedesco Presse am Sonntag, risponde così alla sfida lanciata dallo scandalo pedofilia: «Oggi, nel momento in cui il nostro compito nei confronti dei giovani e gli abusi contro di loro così scandalosamente si contraddicono, non possiamo tirarci indietro ma dobbiamo cercare nuove strade». Secondo Martini, «devono essere poste delle questioni fondamentali» e tra queste «deve essere sottoposto a ripensamento l’obbligo di celibato dei sacerdoti come forma di vita». Vanno inoltre riproposte le «questioni centrali della sessualità con la generazione odierna, con le scienze umane e con gli insegnamenti della Bibbia» perché soltanto «un’aperta discussione può ridare autorevolezza alla Chiesa, portare alla correzione dei fallimenti e rafforzare il servizio della Chiesa nei confronti degli uomini».

Commenti

Anonimo ha detto…
"La Bibbia, in definitiva, non condanna a priori né il sesso né l’omosessualità" questo non mi risulta: siccome l'argomento mi è interessato molto da vicino per un'amicizia con una coppia gay, piuttosto che chiedere a sacerdoti sono andata a consultare per bene la Bibbia: Gesù, se non sbaglio nell'Apocalisse, dice espressamente che non dobbiamo illuderci perché "nessun sodomita entrerà nel Regno dei Cieli". L'unica possibilità è che la parola sodomita abbia altri significati e sarei felice di conoscerli. In un'altro brano della Bibbia invece si parla dell'omosessualità come conseguenza dell'allontanamento della grazia. Se a qualcuno interessa posso andare a ricercare il punto esatto. Ciò non significa che ho smesso di volere bene ai miei amici, ma ho intensificato le preghiere per la loro salvezza, visto che altro non posso fare.
Anonimo ha detto…
La condanna delle relazioni omosessuali è presente nell'Antico Testamento e in San Paolo(non Apocalisse) ,è costante nella tradizione sia pure con varie sfumature e affermata dal Magistero attuale.
Tuttavia,com'è noto,buona parte della morale sessuale tradizionale ha una visione della sessualità umana in termini naturalistici,biologisti,il cui fine è sostanzialmente la procreazione.
Quindi è una visione che finalizza l'attività sessuale alla procreazione e richiede per il bene dei figli che questa procreazione avvenga in un unione stabile e riconosciuta(matrimonio) e condanna ogni sessualità che devii dal fine procreativo(atti impuri).
Oggi tuttavia non vediamo più la sessualità in chiave solo naturalistica e procreativa ma piuttosto per il suo valore personalistico e relazionale.
Non ci interessa più(o ci interessa meno)se l'atto è fertile o meno ma piuttosto se la vita sessuale è vista come dono e relazione e in che misura si può fare portatrice di valori positivi.
Quindi anche i vecchi precetti vanno riletti in questa chiave o abbandonati in quanto storicamente determinati e legati ad un modo di vedere la sessualità ormai superato.
Quindi c'è da chiedersi a quale delle due categorie appartengano le relazioni omosessuali.
Le suggerisco sul tema due articoli di due celebri teologi italiani.
http://www.sanpaolo.org/jesus00/1299je/1299je77.htm
http://kairosfirenze.files.wordpress.com/2010/04/chiavacci_articolo_omosessualita.pdf

Niccolò Bonetti
Nicola Claudio ha detto…
Gesu', stando ai Vangeli, di omosessualita' praticamente non parla MAI ; in Luca 10, 12-13 parla degli abitanti di Sodoma e Gomorra ma ricordandone, e condannandone, i veri peccati, ovvero la violenza e la mancanza di ospitalita' verso lo straniero

http://www.gionata.org/index.php?option=com_content&view=article&id=3605:lomosessualita-a-sodoma-e-gomorra-gen-191-16&catid=114:cosa-dice-la-bibbia&Itemid=100452

Credo che tu ti riferisca ai seguenti passi, che sono dell'Apostolo Paolo:
1 Corinzi 6:9-10
9 O non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolàtri, né adùlteri, 10 né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio.

1 Timoteo 1 8- 11
8 Certo, noi sappiamo che la legge è buona, se uno ne usa legalmente; 9 sono convinto che la legge non è fatta per il giusto, ma per gli iniqui e i ribelli, per gli empi e i peccatori, per i sacrileghi e i profanatori, per i parricidi e i matricidi, per gli assassini, 10 i fornicatori, i pervertiti, i trafficanti di uomini, i falsi, gli spergiuri e per ogni altra cosa che è contraria alla sana dottrina, 11 secondo il vangelo della gloria del beato Dio che mi è stato affidato.


Il discorso sarebbe lungo, ma ne' nell'Antico Testamento ne nel Nuovo si trova la parola omosessuali, o sodomiti per indicare una categoria definita di persone (gli omosessuali) e non un popolo (gli abitanti di Sodoma).

S. Paolo nei passi di cui sopra usa le parole malakoi arsenokoitai , la cui traduzione e' UN MACELLO, come puoi vedere confrontando diverse traduzioni della Bibbia nel tempo. Schematizzando, malakoi e' un aggettivo plurale usato come sostantivo, e puo' avere tre significati:
1) 'molle', soffice' costoso ( vedi Luca 7; 25 e Matteo 11:8, in cui il termine viene usato per parlare delle vesti di un ricco ' Ma che andaste a vedere? un Uomo avvolto in morbide vesti?)

2) 'simile a una donna, effeminato': pero'anche qua non parla di gay, ma e' un termine che piu' generalmente indica mollezza di carattere, mancanza di coraggio/determinazione

3) (piu' probabilmente S. Paolo si riferiva a loro)prostituti maschili , ovvero giovani uomini che facevano sesso per soldi, pratica vecchia come il mondo ma esecratissima tra gli ebrei, e non solo tra di loro

Arsenokoitai se possibile e' una parola ancora piu' complessa (tradotta come sodomiti nella lettera ai Corinzi e come pervertiti in Timoteo), ma che sembra riferirsi a un tipo di rapporti molto diffusi all'epoca di Paolo, ovvero l'amore pederastico classico , in cui un uomo adulto faceva sesso con uno piu' giovane, spesso un suo schiavo (quindi piu' simile alla nostra pedofilia).

Se ti interessa la questione questo articolo e' un buon inizio (ahime' e' in inglese)

http://inclusiveorthodoxy.yolasite.com/resources/biblestudy.pdf

altri riferimenti nelle Scritture sono il Levitico, in cui l'unione omosessuale e' chiamata 'abominio' , ma che andrebbe letta nel contesto, dato che nello stesso libro il termine abominio e' usato anche per il mangiare gamberetti o indossare vestiti con due tipi di lana diversi, quindi fa parte di un'etica veterotestamentaria della purezza che in quanto cristiani non ci riguarda.

(Continua)

Nicola Claudio ha detto…
Questo non per dire che nella Bibbia ci siano passi a favore delle coppie gay come le conosciamo, ma neanche CONTRO: Paolo si riferiva all'omosessualita' come la conosceva-la poteva comprendere lui, ovvero prostituzione maschile, pederastia e , nell' Epistola ai Romani (Rm 1, 1-27) come legata a pratiche orgiastiche e idolatriche.
Due persone dello stesso sesso in una coppia 'committed', legata da un vincolo di amore e rispetto forse per lui non era concepibile, forse gli avrebbe fatto senso, ma comunque non viene ne approvata ne condannata nella Bibbia: semplicemente NON SE NE PARLA.
Perche' la Bibbia ci parla d'altro , ovvero di un Dio d'amore a cui, personalmente, non vedo perche' dovrebbero far orrore due persone che si amano, indipendentemente da loro sesso.

In sede cattolica, la critica dell'omosessualita' non e' basata tanto sulle Scritture quanto sull'argiomento tomista sull'inscindibilita' della funzione unitiva e procreativa del sesso, che puo' ovviamente avvenire solo in una coppia a) sposata b) eterosessuale. argomento che io trovo qlquanto limitante (e limitato), ma questa e' un'altra storia....
Ciao
Anonimo ha detto…
grazie :-)

Eloisa
Anonimo ha detto…
A parte il fatto che il cattolicesimo non è solo Bibbia, dove le leggi le "pratiche orgiastiche e idolatriche" nell'epistola ai Romani? Io leggo
"24 Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi, 25 poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del creatore, che è benedetto nei secoli. Amen.
26 Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. 27 Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s'addiceva al loro traviamento." Qui si parla due volte di rapporti naturali, contro altri rapporti (detti CONTRO NATURA), e tra l'altro questo passo richiama Genesi 1 e 2...
Coi vostri ragionamenti del "non se ne parla" si potrebbe anche autorizzare l'aborto, mai direttamente affrontato nella Bibbia (e non mi stupirei se lo faceste)...
Anonimo ha detto…
E' chiaro che si parla di uomini o donne eterosessuali che si dedicano a rapporti omosessuali in seguito alla loro caduta nell'idolatria,non di omosessuali veri e propri.
Il problema delle relazioni omosessuali secondo me non è tanto che non sono feconde(neanche una coppia di anziani lo è) ma che non sono matrimoniali.
Cioè non può esserci quel dono di tutta una vita di cui i figli sono il coronamento che dovrebbe essere rappresentato dal matrimonio.
E' una sessualità e un amore non fecondo e non definitivo e che sconta molte aporie tipo un desiderio di paternità o maternità impossibile.
L'amore omosessuale è assente in modo diretto dal disegno di Dio.
Ha un deficit alla base di totalità, definitività e assolutezza .
Poi al livello soggettivo può essere un amore più forte e fecondo di quello etero ma oggettivamente è più fragile anche se non per questo da condannare come peccato perchè è un modo anch'esso,seppur meno adeguato,di donarsi.
Lo spiega bene Giannino Piana:
"È fuori dubbio che il rapporto eterosessuale rimane, sul piano oggettivo e non solo per ragioni di prevalenza quantitativa, l’esperienza più alta; come è fuori dubbio che la relazione omosessuale è contrassegnata da limiti intrinseci, quali l’assenza della fecondità procreativa e la maggiore propensione al narcisismo. Questo non significa tuttavia che si debba a priori negare a quest’ultima relazione la possibilità dello sviluppo di una vera reciprocità, talvolta soggettivamente maggiore di quella che ha luogo in alcune forme di rapporto uomo-donna. Significa invece che la preoccupazione fondamentale deve essere quella di rispettare l’identità di ciascuno per favorire la crescita di personalità mature, che sappiano vivere la sessualità come linguaggio capace di interpretare pienamente il senso delle relazioni umane".


Niccolò
Anonimo ha detto…
Si tratta insomma di ricercare il "bene possibile" cioè la condizione che promuove per la persona il massimo di carità,relazione e dono in una relazione più che perseguire impossibili e inumane mete ideali o ricercare quale rapporto sia oggettivamente più alto o più "ordinato".

Niccolò
Nicola Claudio ha detto…
Lo leggo nei passi immediatamente precedenti:

[18]In realtà l'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell'ingiustizia, [19]poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato. [20]Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità; [21]essi sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa. [22]Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti [23]e hanno cambiato la gloria dell'incorruttibile Dio con l'immagine e la figura dell'uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili.
[24]Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi (etc)

Considera
[23]e hanno cambiato la gloria dell'incorruttibile Dio con l'immagine e la figura dell'uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili.

; chi adora quadrupedi, rettili etc, e piu' in generale adora la creatura al posto del Creatore? Pagani e Idolatri defiti, tra le altre cose, a riti orgiastici

Ovvio che a S. Paolo queste ammucchiate di pagani facessero horrore, e che piu' in generale del sesso non avesse una grande opinione , ma non mi sembra che il punto di questo passo sia una condanna dell'omosessualita' cosi' come la conosciamo oggi.

Comunque, leggiamocela tutta l'epistola ai Romani, che il cattolicesimo non e' solo Bibbia ma male non fa, e ognuno ne tragga le sue conclusioni.

Il parallelo aborto-omosessualita' mi sfugge; essendo il feto un portatore di vita innocente, rientra nel 5 ( e piu' in generale l'orrore per l'infanticidio si trova in millemila passi dell'antico Testamento).

qui non si tratta di giustificare ogni nefandezza solo perche' non espressamente condannata nella Bibbia, qui si tratta di non cercare pareri autorevoli alle nostre idiosincrasie tralaltro dicendo che la Bibbia 'espressamente ed inequivocabilmente' condanna l'omosessualita'.

Incidentalmente: perche' mi dai del voi?







Anonimo ha detto…
Il versetto 27 dà una chiara definizione di rapporto naturale (che richiama a Genesi 1 e 2 tra l'altro)... Tra i pareri autorevoli da considerare io ci metterei anche Magistero e Tradizione (per quello ti dicevo che la Bibbia da sola non è cattolicesimo, anzi). Non credo di doverti citare il CCC, la cui esegesi è meno complicata.

In realtà l'aborto compare letteralmente 5 volte nelle sacre scritture, e non vi sono affatto condanne. Per quanto riguarda l'infanticidio, si dovrebbe discutere di cosa si intende per infante nelle diverse epoche, come fate voi per l'omosessualità... Comunque non era questo il punto del mio intervento.

Do del voi a Niccolò e Claudio, mi sembra siate 2
Nipoti di Maritain ha detto…
Ma che cos'è il "rapporto naturale"?Non è forse un modo di vedere la sessualità storicamente connotato e fortemente naturalistico?
Perché dobbiamo limitare la sessualità alla procreazione e alla necessità biologica?
Adorare Dio significa forse adorare anche le leggi "naturali" ?
L'uomo non è forse signore della creazione?

Niccolò
Anonimo ha detto…
Ma infatti il tuo problema è quello di scindere natura e spirito, in una sorta di dualismo di stampo cartesiano, che tu continui a proporre in vari pezzi, dall'aborto all'eutanasia. Poi non so se ti consideri un filosofo cattolico, spero di no a questo punto...
Anonimo ha detto…
Perchè dualismo?
Ammettere che la sessualità umana è infinitamente superiore alla sua funzione procreativa e genitale è un dato di fatto.
Perchè dobbiamo avere una visione cosi' povera e limitata della sessualità alla sola procreazione?
E ' realistica?
A me non pare.
E cosa dovremmo proporre a queste persone?
Il soffocamento della loro affettività solo perchè l'ordine biologico in loro non è finalizzato alla procreazione?
Mi pare ridicolo.

Niccolò
Anonimo ha detto…
Dico che non puoi scindere la sessualità umana dal dato biologico-naturale, tutto qua. Comunque se volete continuare a fare teologia, antropologia ed esegesi creativa fate pure. Io preferisco a questo punto rimanere ridicolo...
Buon proseguimento
Nicola Claudio ha detto…
Errore mio , pensavo che quel 'voi' si riferisse a un generico 'voialtri modernisti omosessualisti criptoprotestanti' o qualche altra categoria piu' o meno astratta.

E poi diciamo cose diverse io e Niccolo'.

Esodo 21-22 e' forse l'unico passo in cui procurare un aborto sembra una colpa meno grave, ma ancora va letto nel contesto ( si parla di schiavi che si possono picchiare ma non uccidere, e di altre amenita').

Per il resto , che io sappia il termine ricorre qui:

1Cor 15,8
Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto

Gb 3,16
Oppure, come aborto nascosto, più non sarei, o come i bambini che non hanno visto la luce.

Sal 58,9
Passino come bava di lumaca che si scioglie, come aborto di donna non vedano il sole!

Qo 6,3
.. suoi beni e non ha neppure una tomba, allora io dico che l'aborto è meglio di lui

questi quelli che conosco, ed anche ad una analisi superficiale non mi sembrano cantare le lodi dell'aborto ( se poi ti riferisci ad altri brani e me ne, anzi ce ne, vuoi mettere a parte, ben venga, senza sarcasmo).

Su temi quali vita innocente e omicidio c'e' poco da storicizzare....
al contrario, qui la domanda era 'c'e' nella Bibbia un'esplicita condanna dell'omosessualita' e questo e ' quello che posso dire a riguardo, e non mi sembra un'esercizio di esegesi 'creativa' nel senso deteriore del termine.

Per quanto riguarda la teologia, si tratta / si dovrebbe trattare della ricerca continua e del continuo approfondimento del messaggio di Dio, quindi si, quando nuove problematiche si impongono dovrebbe essere creativa, o rischia di impantanarsi.

quindi credo che un filosofo possa dirsi cattolico, senza essere necessariamente un ripetitore del CCC sopratutto su temi quali sessualita', contraccezione etc, (che per il Magistero sono materia sicura, non Verita' di Fede); magari ci si sbaglia, magari no, magari se ne discute ma senza dare all'altro del teologo creativo laddove la creativita' e' usata come sinonimo di cazzeggio intellettuale.



Anonimo ha detto…
Se tu consulti la Dichiarazione Persona Humana (della CDF) al punto 8, puoi leggere con serenità come la Chiesa interpreta i versetti della lettera ai Romani, e non solo quei versetti (nota 14). E ricordo che è il Magistero ad avere ricevuto l'autorità di interpretare la Parola, non certo i teologi (che come dici tu devono approfondire), che non hanno gli stessi carismi del Magistero.

Certo che il CCC è "norma sicura", e infatti va accolta con l’interiore ossequio dell’intelletto e della volontà (CVII). Tu vuoi?

Per l'aborto (la mia era una provocazione intellettuale) non mi pare che vi siano condanne o giudizi ESPLICITI contro l'aborto nei 5 passi che citi, ovviamente nello stesso senso in cui tu dici che nella Bibbia non si condanna l'omosessualità (che come dice il Magistero non è vero).
Anonimo ha detto…
Il primo paragrafo del n.8 mostra chiaramente che il magistero ,seguendo psicologia dell'epoca,intendeva l'omosessualità ancora come una condizione patologica da curare se fosse stato possibile.
I riferimenti patologici scompaiono nel CCC che non vuole inoltrarsi nel campo della genesi dell'orientamento omosessuale.
C'è stato quindi uno sviluppo della posizione magisteriale che non vedo perchè non debba proseguire.

Niccolò
Anonimo ha detto…
Ma se il CCC cita espressamente la Persona Humana! Il CCC è chiarissimo: "Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che «gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati». Sono contrari alla legge naturale. Precludono all'atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati". Spero basti.
Infine, "Le persone omosessuali sono chiamate alla castità". Puoi sempre dire che si tratta di castità intellettuale. E che la Chiesa evolverà ancora verso lidi migliori. E altre amenità.
Anonimo ha detto…
Ma non può più dire che è patologica perchè è venuto meno il sostegno della psichiatria.
Deve fare affermazioni tautologiche fondate su tradizione,legge naturale e Scritture.
Non ha più alcuna base nè psicologica nè medica,solo tradizionale e metafisica.

Niccolò
Anonimo ha detto…
Le "altre amenità" non sono tali se nella Chiesa ci sono tante persone omosessuali a cui è impedito di vivere una vita affettiva e che soffrono per ciò e si sentono umiliate.
Se la tradizione umilia le potenzialità di una parte del popolo di Dio e ignora la sua specificità,è la tradizione che deve rinnovarsi,non le persone castrarsi e negare se stesse per compiacere il finalismo biologico.

Niccolò
Nicola Claudio ha detto…
E tra l'altro che io sappia Persona Humana e' ovviamente autorevole, ma non non infallibile; non e' ex cathedra, non aveva il consenso di tutti i vescovi, etc. Mi sono occupato relativamente poco della questione (anzi se qualcuno ha dritte a riguardo ben venga) ma sicuramente dubitarne/ metterne in discussione qualche parte non equivale esattamente a negare , per esempio, dogmi quali la SS. Trinita', e non comporta anatema ma rivela al massimo un atteggiamento 'temerario'.

quindi i margini per una discussione sui temi che solleva ci dovrebbero essere, anche se minimi, senza doversi considerare automaticamente non cattolici, sopratutto alla luce di quanto il CCC ci dice a riguardo del Primato della coscienza.

Nicola Claudio ha detto…
PS nella Bibbia non si parla neanche di bombe nucleari scagliate sulla popolazione civile, dato che non esistevano, ma per estensione si potrebbe dire che in questo caso siamo di fronte a una violazione del V. e cosi' e' per l'aborto clinico, , impensabile ai tempi, ma che rientra comunque nel V; il feto e' un essere umano (in divenire) la vita umana e' un valore assoluto, quindi l'aborto e' contro il V( mi scuso per le schematizzazioni su un tema cosi' doloroso e complesso ma e'giusto per giocare a capirsi).

In entrambi i casi, tecnologie impensabili per l'epoca implicano una medesima conclusione: l'uccisione di vita innocente.Un atteggiamento inequivocabilmente stigmatizzato nell'antico come nel Nuovo Testamento.

Il discorso e' un po' diverso per quel che riguarda i 'sodomiti' Di Timoteo e Corinzi; qui si discriminano persone ( e non comportamenti) e sulla base di un paio di brani scritturali che, come ho cercato di dimostrare supra, e come qualunque biblista decente potrebbe confermarti ( non me le sono inventate io queste ricerche) sono alquanto controversi.
Infatti, sul CCC la condanna degli atti omosesssuali e' basata piu' su base aristotelico- tomista che Scritturale.

quindi, ancora, i margini minimi per discutere ci dovrebbero/potrebbero essere, e speriamo che ci siano
Anonimo ha detto…
Essendo "materia sicura" si deve ad essa l'obbedienza e l'ossequio,non l'adesione con atto di fede.
Non esistono dogmi in materia morale.

Niccolò
Anonimo ha detto…
Non dimentichiamo le autorevoli condanne senza remissione di S. Pietro e S. Giuda: "Se Dio condannò alla distruzione e ridusse in cenere le città di Sodoma e di Gomorra, lo fece perché ciò fosse di ammonizione per tutti i perversi in avvenire; e se liberò Lot, che era rattristato per la condotta di quegli uomini sfrenatamente dissoluti [...], il Signore lo fece perché sa liberare dalla prova gli uomini pii e sa riservare gli empi alla punizione nel giorno del giudizio" (2 Pt 2, 6-9). "Sodoma e Gomorra e le città vicine, che si erano abbandonate alla lussuria ed ai vizi contro natura, vengono portate come esempio per aver subito la pena del fuoco eterno" (Gd 7).
Inoltre basti ricordare come S. Giovanni Crisostomo condanni "apertis verbis" la passione omosessuale:"Perciò non solo le loro (degli omosessuali) passioni sono sataniche, ma le loro vite sono diaboliche".
Ad ogni modo bisogna essere critatevoli e pregare pre la conversione degli omosessuali, opponendosi a derisioni e discriminazioni perpetrare nei loro confronti, ma sostenendo con fermezza le condanne di tutto il magistero e di tutta la tradizione contro questa perversione, questo abominio, questa terribile depravazione.
Stefano Rotondo, Torino
Nicola Claudio ha detto…
Ciao Stefano,
2 Pt 2, 6-9 richiama il peccato di Sodoma e Gomorra( e non si riferisce a pratiche sessuali) che, come ho argomentato supra, sono colpevoli innanzitutto per la loro mancanza di ospitalita' ed esplicita aggressione verso lo straniero. Interpretazione piu' che legittima , sopratutto considerando
a) i riferimenti a Sodoma che fa Nostro Signore nei Vangeli ; chi non accogliera' gli Apostoli fara' una fine peggiore di quella di Sodoma (Mt 10, 12-15 x es)
b) una storia simile a quella di Sodoma e Gomorra ritorna in Giudici, 19, 11-12,14b-14a,17-25. anche qui il vero peccato, che appunto dovrebbe shockare il lettore, e' la mancanza di ospitalita' verso lo straniero.
quindi,la condanna e' esplicita solo assumendo in partenza che l'unico grande peccato degli abitanti di sodoma fosse essere omosessuali, il che e' estremamente disputabile.

L'epistola di Giuda ; solitamente non viene citata neanche dai piu' ardenti anti-gay, perche' 'vizi contro natura' e' veramente una liberissima interpretazione, anzi una pessima traduzione e basta in quanto il termine usato da Giuda e' sarkos heteras', che letteralmente significa 'carne differente.
una traduzione piu' adeguata e' 'commisero atti di libidine e seguirono carne diversa ( http://proposta.dehoniani.it/txt/letteragiuda.html ; tralaltro e' un sito cattolico , dei dehoniani, non della Metropolitan Church:)
Giuda richiama il racconto di Gen 19,4-25, secondo cui gli abitanti di Sodoma volevano violentare i due angeli che avevano preso alloggio presso Lot come ospiti. La loro era una carne diversa, poiché erano angeli che si erano incarnati; un tema che richiama gli angeli che scesi sulla terra si unirono alle donne umane (Gen 6:4; Giobbe 1:6; 2:1) e che ritorna nel Libro di Enoch (che non e' canonico per noi ma a cui l'autore fa riferimento)
Come spiega l'articolo del Padre dehoniano qui sopra, tutta l'epistola di Giuda e' contro gli eretici gnostici e le loro pratiche, quindi anche qui nessuna condanna, esplicita o implicita, contro i gay , almeno nelle Scritture.

Quindi, almeno su base scritturale, io non mi sento di sostenere le condanne etc; anzi , esagerero'ma spero anche che nostro Signore ci perdoni per aver distorto le "Scritture" per discriminare un'intera categoria di nostri fratelli nella Fede, sulla base di scarni riferimenti tradotti male e tendenziosamente....

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