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La sofferenza del dialogo


di Lorenzo Banducci

Sabato scorso si è consumato durante l’assemblea del Partito Democratico l’ennesimo tentativo da parte di questa forza politica di provare a mettere a confronto in modo costruttivo componenti ideologiche tanto diverse fra loro sul tema dei diritti civili e nello specifico sul tema delle unioni di fatto/matrimoni gay.
Alla fine ne è uscita una bagarre che ha condotto da un lato all’approvazione di un documento, secondo il mio parere, molto equilibrato e frutto del lavoro di più di un anno compiuto da una commissione appositamente creata; e dall’altra alla scelta operata dall’assemblea di non votare un altro documento, che proponeva l’introduzione (fra le altre cose) dell’istituzione del matrimonio civile alle coppie omosessuali.



Come vi sarà chiaro io non sono favorevole all’introduzione di tale “novità” nella legge italiana e questo fondamentalmente perché ritengo che l’istituzione del matrimonio in quanto tale sia specifica per l’unione fra un uomo e una donna, ma d’altro canto sarei contento se invece si riuscisse ad introdurre una forma di regolamentazione per le unioni omosessuali che non sia identica al matrimonio ma che garantisca diritti richiedendo ovviamente doveri.


Da sempre sono stato un fautore del dialogo e del discernimento su una materia tanto delicata, anche con il rischio concreto di entrare in contrasto con il modo di pensare della Chiesa Cattolica che considera tale argomento di discussione fra i “principi non negoziabili”. Dal punto di vista personale ho spesso vissuto tale conflitto con grande sofferenza: è stata la mia “spina nel fianco” come direbbe Kierkegaard. Non è facile per chi è credente proporre dal punto di vista legislativo o politico una decisione che sia contraria alla propria Chiesa che io comunque amo, difendo, sostengo e rappresento. Mi sono trovato tante volte a comprendere la sofferenza del grande Alcide De Gasperi quando nel 1952 si rifiutò con immenso dolore di obbedire al Sommo Pontefice Pio XII che proponeva, per vincere le elezioni amministrative del Comune di Roma e battere i Comunisti, un’alleanza con gruppi neofascisti.

Ho citato questo esempio per provare a far capire a coloro che domenica scorsa hanno provato a modificare il documento presentato dal Partito Democratico che anche dietro quel pezzo di carta, che a loro sembrerà comunque timido e conservativo (per non dire di peggio), ci sta da parte di chi è credente la difficoltà enorme di mediare, di dialogare e alla fine di condurre in porto con sofferenza un atto che, per quanto se ne discuta, se fosse tradotto in legge nel nostro Paese rappresenterebbe una novità assoluta.

Il dialogo, l’ascolto e la comprensione sono le qualità di cui il PD, se vuole essere davvero democratico, non può fare a meno se vuole tenere insieme tutte le sue anime. Spero dunque, e mi rivolgo qui e adesso alla Concia, a Marino, a Scalfarotto e a tutti gli altri, che riescano a comprendere il senso delle mie parole e rinuncino a presentare il loro documento sui matrimoni omosessuali data l’importanza storica del documento presentato in Assemblea Nazionale. E’ un testo sul quale può esserci anche la convergenza di altre forze politiche che da sempre hanno osteggiato il riconoscimento civile di ogni forma di unione omosessuale (le parole di Casini ne sono un esempio) e che dunque potrebbe anche venir approvato rapidamente nella prossima legislatura. Farlo naufragare significherebbe non dare speranza alcuna a quelle coppie di persone omosessuali che richiedono a gran voce un riconoscimento da parte della nostra legislazione.

(Lorenzo Banducci)

Commenti

Ci sono delle cose che andrebbero messe in luce rispetto all'assemblea di sabato.
Ad esempio la bindi ha lavorato in commissione un anno e mezzo per quel documento, trovando una sintesi molto positiva tra le anime del pd, che al momento opportuno si sarebbe tradotto in contenuti programmatici.

cuperlo, orfini, fassina hanno voluto integrare un pezzo in cui sostanzialmente non portava contenuti diversi da quelli della Bindi, salvo una condanna tautologica del "liberismo senza regole" (che inoltre non ci azzecca niente...).
Infine, visto che è stata raggiunta una sintesi, non è che avrei evitato la discussione sui matrimoni gay, ma se fossi stato nella concia avrei ritirato quel testo!
Ps: sono rimasto sorpreso dal comunicato gd in cui si critica civati per la presentazione dell'odg sul limite dei 3 mandati e fissazione data primarie, definendoli strumentali e per lo stesso ragionamento si difende l'atteggiamento della Concia. Mi sembra filopopulismo: chi più urla, più è bravo.

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